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Sterilizzazione: una pratica fondamentale per la sicurezza del paziente

Abbiamo sempre adottato dei protocolli di sicurezza e sterilizzazione molto rigide, molto prima che il Covid-19 facesse breccia nelle nostre vite.

Il nostro studio è sempre stato all’avanguardia anche in questo campo.

Negli ultimi decenni la diffusione di malattie infettive quali AIDS e soprattutto epatiti virali (in particolare quella di tipo “C”) hanno reso fondamentale l’adozione di misure di sicurezza e di disinfezione molto scrupolose (e questo accadeva già molto prima del Covid-19!).

Per questo, oltre ad applicare tutti gli standard richiesti dal Covid, impieghiamo da sempre all’interno dello studio apparecchiature all’avanguardia per il controllo delle infezioni e il controllo biologico del loro corretto funzionamento. L’applicazione scrupolosa delle procedure sono i presupposti per avere la certezza di operare in ambiente sano.

Quali sono i passaggi ai quali vengono sottoposti gli strumenti dello studio?

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La prima fase prevede un ciclo di lavaggio e disinfezione chimica in vasca ad ultrasuoni.

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Successivamente gli strumenti vengono chiusi in buste e sigillati in modo ermetico.

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Si arriva quindi alla fase più importante: gli strumenti, già imbustati, vengono riposti nell’autoclave a vuoto frazionato in grado di sterilizzare anche gli strumenti cavi ed i materiali porosi.

Tra un paziente ed un altro, tutto ciò che non può essere sterilizzato in autoclave viene scrupolosamente disinfettato con appositi prodotti.

Dove possibile si utilizza sempre materiale monouso per ogni paziente:

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bicchierino

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cannula di aspirazione

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vassoio portastrumenti

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camici

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cappellini

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guanti

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mascherine

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visiere

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puntali siringa aria-acqua

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tovagliolino

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guaine copririunito e coprifaretra

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coprimaniglie